"Aiutiamo il premier Berlusconi nell’azione di governo a dare le risposte che gli italiani si aspettano da noi. Pensiamo all’oggi, così si costruisce il domani" (Beatrice Lorenzin, deputata Pdl).
Cara Lorenzin, forse ancora il concetto non v'è entrato in testa, e non perché è troppo grande. Gli italiani che hanno votato da voi s'aspettavano una cosa sola: che Berlusconi si dimettesse, come avrebbe fatto qualsiasi altro leader al posto suo.
Da un vero leader, io mi sarei aspettato queste tre semplici mosse:
1) Prendere atto della cocente e inappellabile sconfitta elettorale, assumendosene tutta la responsabilità, senza "se" e senza "ma";
2) Annunciare immediatamente una data di ritiro dalla scena politica;
3) Indicare un via d'uscita alla propria coalizione per uscire dalla crisi.
Se il leader-proprietario avesse agito immediatamente in questo modo, avrebbe dato al suo elettorato (che è in una fase di "decantazione") un forte segnale di discontinuità. Ma parliamo appunto dell'ipotesi assurda se fosse stato un vero leader e non un leader-proprietario che pensava di trattare questo paese come una protesi del pubblico televisivo di Mediaset. Invece, il "re" dei media si è illuso che con un ritocchino al suo "cartello" elettorale (leggi: Pdl), una strategia minimizzatrice sostenuta dalle tv di regime, quattro barzellette raccontate ai media, avrebbe finito con il rimettere a posto la carcassa del governo e della maggioranza che lo sostiene. Se ancora non è arrivato l'avviso di sfratto da Palazzo Chigi è perché le forze politiche stanno cercando un riequilibrio, ma è evidente a tutti (tranne che a lui e a quelli come la Lorenzin) che questo governo ha i giorni contati. La campana a morte gliel'ha suonata l'altro giorno il neo (quasi) governatore della Bce (ma lui si sarà appisolato mentre Draghi parlava), quando ha indicato nel lavoro di Padoa-Schioppa la strada da seguire. T'è chiaro Lorenzin sto' concetto?
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