Adesso vedo che sono in molti a convertirsi alla tesi che la stagione che stiamo vivendo ha delle analogie con la stagione "mani pulite" del 92-93. Il centrosinistra sembrava sul punto di avere un ruolo-guida nei confronti delle istanze che provenivano dai movimenti e dalla società civile. Sappiamo, invece, come andò a finire. Un certo grado di immobilismo e di mancanza d'immaginazione nei confronti dei moderni movimenti, la mancanza di coraggio a sfidare le molte corporazioni chiuse e spesso corrotte della società italiana, l'incapacità a saper leggere e interpretare correttamente la traiettoria della crisi, "il carattere mediocre della vicenda storica", come scriveva Marco Revelli nel 1992, "perfettamente adeguato alla mediocrità del ceto politico", hanno di fatto consegnato l'Italia di quegli anni nelle mani del nascente leader della Fininvest. L'allora segretario del Pds, Achille Occhetto, davanti all'offensiva del nuovo soggetto politico schierò otto uomini di mezza età, definendoli, incautamente, "una gioiosa macchina da guerra". Se domani di fronte alla crisi del berlusconismo, il fronte progressista schiererà tre uomini di mezza età (Bersani, Vendola e Di Pietro), credendo di avere la vittoria in pugno, si sbaglia di grosso. Il centrodestra nel giro di qualche mese può superare il suo disorientamento, mettere a riposo Silvio, trovare un leader credibile e affidabile, e sbaragliare l'avversario. Come ho scritto in un post precedente, l'elettorato di centrodestra è in una fase di decantazione, aspetta un rinnovamento della sua classe politica, quindi è un elettorato che aspetta il suo "demagogo" di turno. Dal cilindro del centrodestra può spuntare all'improvviso un altro leader "antipolitico" che riesce a catalizzare meglio la protesta della società, a presentarsi come l'interprete autentico del malcontento popolare, e ad offrire ricette politiche di facile consumo. Il centrosinistra se non riesce a trovare dei forti addentellati con i movimenti e le spinte che vengono dal basso e se pensa di poter guidare le sorti del prossimo scontro politico affidandosi alle proprie virtù taumaturgiche può andare incontro a un'altra grande delusione. Occorre un rinnovamento vero della politica, non un'operazione di maquillage, occorre che davvero certi personaggi del centrosinistra si facciano per sempre da parte, altrimenti anch'essi saranno percepiti come "muffa": non possiamo credere che gli stessi protagonisti della stagione '92/93 siano ancora sulla scena a guidare il fronte progressista. Il ricambio deve partire da loro: devono prendere coscienza che se il berlusconismo è fallito non è certo per merito loro, ma soltanto per proprio demerito, perché se fosse per i D'Alema, Veltroni, Rutelli, ecc. Silvio sarebbe arrivato sino al 2021 tranquillamente. Se tramonta il berlusconismo, deve tramontare anche l'antiberlusconismo vecchia maniera.
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