lunedì 28 novembre 2011

Che cos'è l'Etoanalisi: oggetto, problemi, metodi


L’Etoanalisi è lo studio del comportamento interattivo, e si differenzia tanto dalla Etologia quanto dalla Etologia umana. Il termine, da me coniato, riprende sia il significato di “Ethos”, inteso come comportamento o modo d’agire, che quello di “Analisi”. La definizione completa sarebbe: «Analisi profonda del comportamento interattivo nell’ambito delle relazioni interumane”. L’Etoanalisi sta all’Etologia come la psicoanalisi stava alla psicologia.
L’etologia è il termine utilizzato, nel 1854, da Geoffroy Saint-Hilaire per designare «lo studio del comportamento degli animali nel loro ambiente naturale». Si tratta dunque di una branca della zoologia. In seguito, studiosi quali Pavlov e Watson hanno tentato di spiegare il comportamento riferendosi a modelli meccanicistici: la riflessologia, il béhaviorismo (comportamentismo) di Watson ravvisano in ogni comportamento la manifestazione di una risposta a uno stimolo. Nel 1935 grazie ai lavori di K. Lorenz e di N. Tinbergen l’etologia diventa «lo studio biologico comparato del comportamento». Secondo questo indirizzo di pensiero esistono in ogni organismo vivente degli adattamenti filogenetici che determinano il comportamento. L’etologia è alla ricerca di «schemi comportamentali universali interspecifici». Successivamente, l’etologia ha esteso la sua sfera d’azione sino ad includere il comportamento umano. È così nata “l’etologia umana”, incentrata sulla ricerca delle basi filogenetiche dei nostri comportamenti. I. Eibl-Eibesfeldt ha analizzato un esauriente repertorio di comportamenti umani, concernente l’espressioni facciali, le posture e i gesti spontanei. L’etoanalisi si differenzia dalla etologia (animale e umana), in quanto prende in esame non il comportamento in sé, ma il comportamento interattivo, ossia un comportamento che rinvia a un altro comportamento.

Di cosa s'occupa l'etoanalisi
L’etoanalisi è lo studio profondo dei comportamenti interattivi, e analizza come si comporta il Sé quando entra in contatto con un altro sé all’interno di una qualsiasi relazione; inoltre, analizza cosa accade nello scambio reciproco e quali specifiche strategie vengono messe in atto al fine di affermare o preservare il proprio Sé. Quando il Sé “predomina”, “prevalere” o fa “emergere” legami relazionali inattesi, adotta specifiche strategie. Queste strategie costituiscono delle vere e proprie modalità interattive, che ogni agente ha in sé “incorporate” quando entra in contatto con l’altro. Esse si rivelano non soltanto nello scambio con l’altro sé, ma anche nei confronti degli oggetti, del tempo e dello spazio. Ognuna di queste modalità interattive comprende sia uno schema d’offesa, teso all’«affermazione del Sé», che uno schema di difesa, finalizzato alla «preservazione del Sé»; le mosse dell’uno sono coordinate sulle mosse dall’altro. L’interazione diventa il “campo d’osservazione” entro il quale si confrontano o si scontrano i singoli “punti di vista”. L’affermazione o la preservazione del Sé dipende dal “potere” di cui ciascun agente dispone all’interno della relazione, quando vuole “imporsi” sull’altro, quando lo vuole “influenzare” o ”condizionare”, oppure quando lo vuole  “suggestionare”. Ognuna di queste strategie ha lo scopo di porre sotto il proprio controllo il comportamento altrui, adattandolo alle proprie prefigurazioni.


Obiettivi dell'etoanalisi
Obiettivo dell’etoanalisi è studiare le origini di queste dinamiche, la loro formazione e il loro sviluppo, e dimostrare come all’interno di ciascuna dinamica interattiva nella vita quotidiana siano operanti ciascuna di queste strategie. L’etoanalisi pertanto non si configura come uno studio sulla personalità o sui caratteri, ma sui processi e sulle dinamiche relazionali. Ogni disciplina parla del proprio oggetto di analisi come una realtà precostituita, come una realtà che s’anticipa all’osservazione, e mette tra parentesi il fatto che la cosiddetta soggettività altro non è che una derivazione dell’azione reciproca. Quanto fondamentale sia il ruolo che degli effetti di azioni reciproche hanno nella vita di relazione è stato messo bene in evidenza da Simmel, il più geniale tra tutti i sociologi e filosofi del suo tempo. Il soggetto, la personalità, o ciò che viene definito come il carattere dell’individuo altro non sono che il risultato di queste azioni reciproche, per cui un individuo prima di essere un soggetto è un agente, cioè un essere che interagisce in una situazione situata.

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