Ricordate le campagne elettorali in cui Berlusconi stravinceva? In particolare quella del 2001 e l'ultima del 2008? Quale grossolano errore commetteva la strategia comunicativa dello schieramento opposto? Dipingendo Berlusconi come il "male assoluto" si determinavano due effetti negativi: primo, si provocava una grande sovraesposizione del proprio avversario; secondo, le proprie proposte risultavano del tutto sbiadite. Provocava dunque l'effetto di esaltare mediaticamente il proprio avversario, rendendolo protagonista assoluta della scena elettorale, e, per contrasto, di ridurre il proprio ruolo a comparsa. Nel bene o nel male, più si parla dell'altro meno si parla di sé. Più si parla dell'altro e più l'altro acquista fascino e col fascino aumentano le sue proprietà taumaturgiche. Si arriva a credere che l'altro abbia il potere di compiere qualsiasi miracolo. Tuttavia, quando il popolo attribuisce queste proprietà poi i miracoli se li aspetta davvero! Ma questo è un altro discorso.
Torniamo all'oggi. Quasi, per una regola del contrappasso, la strategia mediatica del centrodestra sta commettendo gli stessi errori che il centrosinistra commetteva nelle trascorse campagne elettorali: Pisapia a Milano e De Magistris a Napoli sono dipinti come il fulcro di ogni male possibile. Ciò ha come effetto di aumentare l'esposizione mediatica dei due candidati e di sbiadire le figure dei loro competitori. La Moratti in questa campagna interpreta la parte dell'attrice comprimaria, quella che sostiene un ruolo importante, ma dopo quello del protagonista, che, invece, occupa tutta la scena mediatica. Insomma, aver focalizzata tutta l'attenzione su ciò che i candidati del centrosinistra faranno in caso di vittoria è stato un grave errore in quanto avrà come risultato quello di aumentare le loro probabilità di sopravanzare nelle urne gli avversari. Ormai, il centrodestra, preda di questa logica, non ha più tempo per correggere la rotta, voglio dire, in quest'ultima settimana che rimane non può smettere all'improvviso di dipingere i loro avversari come la fonte di ogni male, cercando di far emergere la propria posizione; una rotta, aggiungo, che lo porterà dritto dritto sulla via del disastro.
2 commenti:
come al solito analisi pacata e ragionevole, da filosofo.
io aggiungo qualche altra buona ragione (oltre i citati errori di strategia) per augurarmi un cambio di rotta dell'elettorato milanese
spero cioè che il diluvio di concessioni dell'ultima ora (sanatoria sulle multe, ministeri al Nord, un rassicurante aumento della sicurezza nelle strade) funzioni (all'opposto delle aspettative) da benefico "sciacquone" per ripulire
finalmente le incrostazioni ventennali nella testa dei troppi che acriticamente hanno "regalato" fiducia e voti a persone
palesemente inadeguate
mi auguro che questa gente faccia la fine di quei vecchi campioni che non "sentono" il momento più opportuno per lasciare il campo e si trascinano pateticamente fino all'esaurimento psico-fisico lasciando un cattivo ricordo quando avrebbero potuto lasciare un fulgido esempio
penso, come sai da altre nostre passate considerazioni, che la sinistra debba risorgere dalle ceneri del suo inutile massimalismo
(e ci vorrà purtroppo un tempo infinito) ma sarà sempre minoranza, paradossalmente, perché
(e non lo devo dire a te che studi da tanto tempo i comportamenti umani) è portatrice di un messaggio in forte attrito con le aspettative della massa cui si rivolge: i concetti di libertà e giustizia, pilastri fondanti
della democrazia, oggi tragico ostaggio di chi li piega a simboli di parte, rischiano di perire in questo schifo generale perché
la "buona gente" ha bisogno che questi concetti, nobili ma astratti, si traducano in benessere reale e "felicità di vita"
che, ahimé, non sembra all'orizzonte
ecco perché ritengo che la vittoria di Pisapia, auspicabile naturalmente, non lascerà il segno se non sarà accompagnata da una "autentica" traversata del deserto da parte si tutta l'area che si proclama (spesso con eccessiva enfasi) progressista
Hai ragione Oude: io faccio "analisi" pacate e non entro nel merito dei contenuti, ma condivido pienamente ciò che dici; infatti, anche se Pisapia vincerà col 60% dei voti (come ormai prevedo) non vuol dire che la sinistra sia maggioritaria nel paese; sfrutta (anche se inintenzionalmente) le debolezze del campo avverso, che in questo momento storico si trova un po' sparpagliato (com'era successo col Prodi del '96); certo, si volta davvero pagina (vedo che anche tu cominci ad essere un po' meno pessimista sulle sorti dell'Unto "dal" Signore: buon segno; tuttavia non so se il clima politico e civile dopo il 30 maggio sarà più sobrio oppure (come prevedo) si incanaglierà ancora di più, sarà ancora più torbido; la caduta degli dei si porterà avrà brutte conseguenze sul clima del paese: il risentimento gioca brutti scherzi!
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