Il Prevaricatore
Osserviamolo all’opera: durante tutto il corso di una conversazione non fa altro che parlare di sé e far sentire la sua voce; la sua presenza sembra sovrastare su tutte le altre; il pronome che più pronuncia è “Io”; neanche s’accorge dello stato d’animo altrui: se siamo annoiati, interessati, attenti. Lui continua imperterrito a parlare, di sé soprattutto e/o di tutto ciò che può ricondurre al proprio sé; appare sempre concentrato sulla sua persona; lui crede che tutti i pianeti siano stati creati per orbitare intorno al proprio Io. A ogni minimo accenno di obiezione, gesticola, s’agita. Quando qualcuno avanza delle obiezioni, s’adira e comincia a denigrare il prossimo, ad umiliarlo, alzando persino il tono di voce; non sopporta d’essere criticato; come dire? Le sue idee non si discutono, ma si accettano. Semplicemente perché sono le migliori. Di tutto ciò che accade, la colpa è sempre degli altri. Per lui le cose sono semplici; complicarle è soltanto segno di non saper vivere; lui, dice di se stesso, d’essere un tipo diretto, immediato, impulsivo o istintivo; non ama le cose ibride, le situazioni ambigue, odia i luoghi equivoci; disprezza tutti coloro che hanno uno stile di vita diverso dal proprio; e, soprattutto, ama l’ordine, la precisione, la pulizia; dice sempre e ripetutamente che ogni cosa è stata creata per avere un suo posto. E se non lo dice, comunque lo pensa. Ma la cosa che più colpisce è il suo essere inespressivo; ha lo sguardo basso, sfuggente e ama le cose vistose, visibili, pacchiane, tutte quelle cose che non passano inosservate. Quando se lo può permettere gli piacciono macchine potenti, abiti costosi, grossi orologi, catene, catenine, anelli, anelloni; insomma, in una parola, è uno a cui piace “impressionare” il prossimo; incutere timore; annullare l’altrui personalità. Ah, dimenticavo: ama vivere in uno stato di sicurezza! Di lui diciamo soprattutto che è uno che sa imporsi in ogni circostanza, insomma che è un vero dominatore.
Il sottomesso
Il sottomesso è il complementare del prevaricatore, spesso vivono in simbiosi, in coppia, o accoppiati; è docile, ubbidiente, pronto a rispondere ai comandi che l’altro impartisce. Riconoscerlo è facile: d’ogni cosa negativa che accade se ne addossa sempre la colpa o la responsabilità; è perseguitato da un senso di colpa portato all’ennesima potenza. Attenzione, non lasciatevi ingannare da questa apparente arrendevolezza: chi si crede responsabile di tutto ciò che accade svela comunque uno smisurato senso del proprio ego (non dimenticate, che la sottomissione è una degradazione della prevaricazione); come se ogni evento dipendesse dal suo potere “malefico” di provocarlo! In mezzo agli altri appare sempre una persona discreta; scialba; sciatta; insignificante; ha scarsa cura di sé; è capace di ricevervi in pigiama; tutto scapigliato; tanto sa che la sua persona non suscita né interesse né attenzione. Fate persino fatica a ricordarne le sembianze o se ha aperto bocca nel corso della conversazione; a volte arrivate addirittura a dubitare della sua presenza; spesso vi domandate: ma eravamo in cinque o c’era pure un sesto? E sì, perché la sua è una presenza invisibile, tanto da sembrare un’ombra stampata sul muro; non indossa mai nulla di appariscente che possa richiamare l’altrui attenzione. Le sue opinioni o i suoi giudizi sono scontati, conformi a quello che pensa la maggioranza; è pronto a giudicare “strano” o “anormale” tutto ciò che si discosta minimamente dal gusto dominante; s’informa della moda, anche se non la segue, giusto per conoscere le tendenze all’ordine del giorno; legge ciò che legge la maggioranza; va a vedere i film che vede la maggioranza; vota come vota la maggioranza; agisce come agisce la maggioranza; perché ciò gli dà sicurezza, forza.
I colori che sceglie sono sempre spenti, come la sua figura; quando deve dire qualcosa chiede prima mille volte scusa; ha bisogno di trovare una giustificazione per tutto ciò che fa; quando deve passare in mezzo a dei tavoli, anziché far spostare qualcuno dalla sedia, preferisce fare il giro più lungo, perché ha timore di disturbare il prossimo; ed è anche facilmente impressionabile: ha paura dei tuoni, dei film di horror (ma non se ne perde uno); e poi è un sentimentale; facile alle lacrime, innamorato delle belle storie d’amore: perciò la sua casa è piena di riviste che sparlano degli altri; di ogni cosa gli piace cogliere l’aspetto emozionale; perciò è fortemente emotivo; e, talvolta, ansioso. Ama vivere in piccole cerchie, combriccole, avere pochi amici, ma buoni, o chiudersi nei confini della propria cerchia familiare, dove si sente sicuro e tranquillo, avere una vita regolare, ordinaria, priva di sorprese. Odia tutto ciò che sa di sfida, che tenta a destabilizzare l’ordine, e, soprattutto, evita e non sopporta le persone critiche, quelle che hanno un’idea originale, le quali gli sembrano dei folli o dei pazzi. Ancorano la loro esistenza a ciò che è sicuro, indiscusso, a ciò che non ammette repliche, a ciò che esprime forza e potenza.
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