martedì 28 gennaio 2020

Luigi Pirandello, le "dimore" romane e Adriano Meis come l'uomo blasé


Quantunque siciliano, Luigi Pirandello ha trascorso gran parte della sua vita a Roma, dapprima come studente, quando alla fine del 1887 lascia Palermo per frequentare il secondo anno di Lettere all’Università della Sapienza; poi come insegnante presso la cattedra di Linguistica e Stilistica all’Istituto Superiore Femminile di Magistero, insegnamento durato 25 anni, e, infine, come autore di teatro, fondando con Ruggero Ruggeri e Marta Abba il «Teatro d’arte di Roma». In quest’arco di tempo, Pirandello cambierà più volte abitazione. Nei primi mesi universitari, abita in via del Corso presso uno zio, poi si trasferisce in una pensioncina in via delle Colonnette. Tracce di questo soggiorno giovanile permangono nella prima raccolta di poesie Mal giocondo, pubblicata a Palermo nel 1889.

lunedì 27 gennaio 2020

Sera d'inverno - Georg Trakl

Nevicata - Ottorino Garosio 

Quando la neve cade alla finestra,
a lungo risuona la campana della sera,
per molti la tavola e pronta
e la casa è tutta in ordine.

Alcuni nel loro errare
Giungono alla porta per oscuri sentieri.
Aureo fiorisce l’albero delle grazie
Dalla fresca linfa della terra.

Silenzioso entra il viandante;
il dolore ha pietrificato la soglia.
Là risplende in pura luce
Sopra la tavola pane e vino.

domenica 26 gennaio 2020

Il corpo ha bisogno di nutrirsi, come la mente di apprendere

Il corpo ha bisogno di nutrirsi, come la mente di apprendere. Il “saper” appendere come il “saper” conoscere è una questione di nutrimento. Questo mi ha insegnato la filosofia di Nietzsche ogniqualvolta mi siedo alla tavola dei valori trasmutati. Poche regole per riconoscere i cibi sani da quelli cattivi. Molti cibi soddisfano il palato, ma non danno nutrimento. Si tratta di quei cibi prodotti in modo dozzinale, ma ben confezionati. Spesso più che il contenuto è l’involucro ad attrarre.

sabato 25 gennaio 2020

L'avventura d'una scrittura


«Pip. Cos’è che vola? Rondine? Pipistrello probabilmente».
E così mi ritrovo d’un tratto a camminare, una sera d’estate, sulla riva del mare ad ascoltare quel suono onomatopeico. Da qui non sento i clangori delle spade dalle lame scintillanti che stridono e che sfrigolano. Addio Lancillotto. Addio Ettore. Addio pio Enea. La vita poetica come ricapitolazione (l'ennesima) della vita della poesia. «Il mondo deve diventare favola», scrisse un giorno Novalis. «Il mondo vero è diventato favola», rispose Nietzsche.

Poetici deragliamenti


«Per secoli, nell’ambito dello scrivere, la situazione era la seguente: che un numero limitato di persone dedite allo scrivere stava di fronte a numerose migliaia di lettori. Con la crescente espansione della stampa […] gruppi sempre più cospicui di lettori passarono – dapprima casualmente – dalla parte di coloro che scrivono» [Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica].

Il passo “leggero” di Schopenhauer…


Schopenhauer era convinto che la pesantezza o la leggerezza dei movimenti derivasse dalla diversità delle doti intellettuali. Chi ha un passo pesante, lento, impacciato è uno “zotico”, al contrario, chi ha un passo rapido, leggero, agile è una persona estremamente dotata dal punto di vista intellettuale. In altri termini, la facilità di far scorrere i pensieri con eleganza, precisione, esattezza è direttamente proporzionata alla facilità di far correre le gambe! “Rapidità”, “leggerezza”, “esattezza”: sono i valori che Italo Calvino nelle sue straordinarie Lezioni americane avrebbe voluto salvare nella letteratura del Terzo Millennio! Calvino però li collegava di certo a un modo di camminare, bensì a uno stile di scrittura.

Arendt, Levi e il “culto” della Memoria

Ho sentito una volta parlare di un’insegnante che “amava” portare i suoi studenti a tutti gli eventi dove si commemorasse la Shoah: convegni, incontri, presentazione di libri. 

venerdì 24 gennaio 2020

Passeggiate filosofiche

Qualche tempo fa, è uscito un libro di Roger-Pol Droit dal titolo La passeggiata di Kant. Da quel poco che ho letto, si tratta di un testo che vuole offrire una “filosofia del camminare”. In verità, sulle passeggiate dei filosofi esistono tanti aneddoti. Talvolta persino divertenti. Altre volte sono un po’ più seri. Mi torna in mente, ad esempio, l’insidiosa obiezione di Thomas Hobbes al cogito cartesiano, che il filosofo francese voleva “spacciare” come “sostanza”, ossia una res cogitans, quando in realtà, secondo Hobbes, si tratta di un’attività della mente.

mercoledì 22 gennaio 2020

A Niccolò Machiavelli

Sì, è vero, lo confesso: ieri è stato il mio compleanno, e per l’occasione la blog/moltitudine ha voluto farmi un regalo dedicandomi centinaia di post. Sono nato a Firenze il 3 maggio del 1469, da Bernardo, giureconsulto, e da Bartolomea de’ Nelli, in una famiglia “notabile”, ma impoverita, che ha saputo difendere dignitosamente, in mezzo all’opulenza cittadina, il proprio decoro e la propria indigenza.

Poesia, narrazione, filosofia: ossia creare, innovare, conservare

Io mi sento erede della grande tradizione che unisce in un'immaginaria curva ideale pensatori quali Giordano Bruno a filosofi quali Nietzsche. Da un lato c’è la “specializzazione” accademica che impone agli studiosi di tracciare i confini delle loro competenze, confini che stanno là a ricordare che non bisogna invadere le altrui competenze. D’altro, c’è la buona "creanza" di insegnare che per riuscire in qualcosa bisogna dedicarsi a un solo ed esclusivo obiettivo nella vita: diventare narratore, poeta o filosofo. L’una è figlia dell’altra.

martedì 21 gennaio 2020

Scrittura per sé, scrittura per altri

Scrittura pubblica, scrittura privata: un po’ ci penso, talvolta ci ripenso nei tempi morti della giornata, quando meno me lo aspetto. Magari mentre mi spruzzo in faccia un pugno d’acqua, come se quel liquido mi aiutasse all’improvviso a risvegliare pensieri sopiti che nel corso di una settimana erano andati in letargo.

Scrivo per difetto

Dietro ogni opera poetica vera, autentica, c’è un pensiero robusto. “Opera poetica” in senso lato non nel significato speciale, specialistico. Opera come fondamento vitale di ogni civiltà, ciò che le dà sangue e linfa e che ne accresce le potenzialità, le possibilità di sopravvivere a se stessa. Opera come fili di una ragnatela che giorno dopo costruisce la trama della nostra esistenza, il tessuto dei nostri organi relazionali.

lunedì 20 gennaio 2020

Ho una predisposizione per gli autori marginali...

 Ho una predilezione per i pensatori “marginali”, quei pensatori che installano la loro riflessione nei “margini” del pensiero, nelle sue pieghe più nascoste, ossia nella terra di nessuno. Pensatori che attraversano confini e che non amano piantare tende nei luoghi di qualcuno.

Il libro è la mia dimora

«La mia vera casa è il palcoscenico, là so esattamente come muovermi, cosa fare: nella vita sono uno sfollato». Così Eduardo De Filippo compendiava il senso della sua esistenza.

Blackwood, Edgar Allan Poe e il primo autore digital global

Se dovessi indicare chi è stato, idealmente, il primo autore digital global della storia, direi senza ombra di dubbio: il grande Blackwood!

domenica 19 gennaio 2020

Autore di nicchia, autore che nicchia

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Autore di nicchia, autore che nicchia; autore pigro.

Topolino contro Karl R. Popper, ossia l'autunno nero degli "oggettivisti"


Karl Raimund Sir Popper nel saggio La conoscenza oggettiva delinea una teoria dei "tre mondi":
1. il mondo degli oggetti fisici o degli stati fisici;
2. il mondo degli stati di coscienza o degli stati mentali, o forse delle disposizioni del comportamento ad agire;
3. il mondo dei contenuti oggettivi del pensiero, specialmente dei pensieri scientifici e poetici e delle opere d'arte.

Perché sono un "inattuale"


Odio l’attualità…
Odio vedere il proprio tempo appiattito al tempo presente, come se soltanto ciò che accade nell’oggi ha senso e significato…
Odio vedere scorrere il tempo sempre nell’identica dimensione…

Inquietudini d'uno scrittore da giovane



Avevo voglia di pubblicare qualcosa di "vecchio", che avesse però degli accenti giovanili! Ed è così che mi sono deciso a pubblicare questo "atipico" romanzo di formazione, Bildungroman! Forse un genere letterario di cui si sono perse le tracce nell'attuale repubblica delle lettere. Ma dai! con tanti guai che il mondo sta attraversando in questo periodo storico ci mettiamo a fare della letteratura? e, addirittura, a scrivere romanzi? Bisogna proprio essere degli insensibili per scrivere cose del genere! Tanto più che, se uno per sbaglio iniziasse a leggere o a sfogliare il mio libro, s'accorgerebbe immediatamente che non ho scritto né un "romanzo" né, tanto meno, un "bildungroman". Anzi, forse ho riscritto...

A mio fratello Vincenzo...

La mia anima serena come luce che penetra nel cosmo non arriva mai a una meta, ma viaggia solitaria in mezzo a tante nebulose planetarie, e ...