lunedì 20 gennaio 2020

Blackwood, Edgar Allan Poe e il primo autore digital global

Se dovessi indicare chi è stato, idealmente, il primo autore digital global della storia, direi senza ombra di dubbio: il grande Blackwood!
Blackwood? Sì, lui, proprio, il fantasmagorico personaggio inventato dalla penna geniale di Edgar Alla Poe. Leggete il racconto Come si scrive un articolo alla “Blackwood”, e ditemi se Poe non ha anticipato la scrittura dei social network: “Ecco, cara la mia… ecco cos’è che occorre: impressioni, sensazioni… voi non ignorate che la verità è più bizzarra della finzione e raggiunge assai speditamente il suo scopo, vale a dire quello di impressionare”.
Capacità di provocare sensazioni, impressioni, non riflessioni. Sembra questo lo stile che Blackwood suggerisce a Zenobia su come scrivere un articolo. Perciò, senza timore di essere smentiti, possiamo definire Edgar Allan Poe il primo vero grande scrittore della modernità. Capacità di sfiorare la superficie delle cose senza avere l’intenzione di scavare più a fondo. Estrema leggerezza della scrittura. Nulla che possa appesantire la lettura. Brevità, celerità, colpo d’occhio. Ritmo incalzante. Parole note e familiari. Citazioni ad hoc. Frasi brevi. Scrittura liquida, direbbe Bauman, o scrittura fluida che scivoli via in un batter d’occhio. Che lasci nella mente una rapida impressione, tracce labili, cancellabili al primo colpo di vento. Scrittura coca cola, potremmo dire, effervescente quanto basti, frizzante, dal sapore dolciastro, scrittura messa in lattina, pronta a fare il giro il mondo in pochi istanti. Dunque, scrittura esportabile, senza radici e priva di identità. Non offrire punti di riferimento. Decontestualizzare. Alludere più che affermare. Suggestionare, più che convincere. Dare a intendere che c’è dell’altro. Scrittura prodotta in serie con accessori personalizzati. Da servire a tavola come minestra riscaldata. E così che ti guadagni le tue cinquanta ghinee al giorno.

Nessun commento:

A mio fratello Vincenzo...

La mia anima serena come luce che penetra nel cosmo non arriva mai a una meta, ma viaggia solitaria in mezzo a tante nebulose planetarie, e ...