1. il mondo degli oggetti fisici o degli stati fisici;
2. il mondo degli stati di coscienza o degli stati mentali, o forse delle disposizioni del comportamento ad agire;
3. il mondo dei contenuti oggettivi del pensiero, specialmente dei pensieri scientifici e poetici e delle opere d'arte.
Credere per non provare!
Toccare ma non guardare!
Chi si ama s'insegue!
Stop, ti verrò a trovare domani. A che ora non lo so. Fai tu.
Firmato Gargatua.
Tre moschettieri andavano a spasso per le vie di Parigi. Videro un re, e fecero un inchino. Presero un aereo e scesero a Ciampino o era meglio Capodichino?
Aggiungi un posto a tavolo che c'è un amico in più.
Avete letto il romanzo E l'alba, addio Mamma!? Non credo, sono sicuro. Perché? Perché non l'ho mai scritto. Regola numero uno (Popper: Mondo uno). Se un oggetto non esiste fisicamente non si tocca! Beato lui! Chi? L'epistestrologo!
Roba seria, roba seria; 493 pagine; nove capitoli più appendice. Più un’appendice? E sì, che ti dispiace? Non hai fiatato sui nove capitoli e ti lamenti per l'appendice! che zuccone!
"Una delle ragioni principali dell'errato approccio soggettivo alla conoscenza sta nell'opinione secondo la quale..." comincio a sbadigliare! Addendum: "Nota sulla definizione di verità di Tarski". Sei mai andati a Serraciopoli? Non credo; non perché non è un luogo di vacanza o perché non c'è il mare; ma perché non esiste. Regola numero due.
"Io sono un realista..." (pag. 429); e il re, dopo aver incontrato i tre fucilieri, si scompiscia; ma no, intendevo dire che "le nostre teorie prodotte dagli uomini possono collidere con questi fatti reali"; beh, spiegati meglio allora! Io avevo capito che ti piaceva la monarchia! nel senso che possiamo presumere che la luna è fatta di formaggio verde se questa proposizione che la descrive è vera. E no! fammi mettere la sveglia che domani mi devo alzare presto. Richiamate i quattro moschettieri e mettete al muro questo sempliciotto!
Provate a leggerlo tutto d'un fiato (se ce la fate): unduetre, via: La verità sta nei dettagli; e quanto più sono trascurati, o passano inosservati, tanto più possono rivelarci una trama di eventi che normalmente viene completamente ignorata. Quando sentii esprimere la prima volta questo pensiero da *** non ci badai granché. In quei giorni stavo lavorando su un’illustrazione estremamente difficile. Si trattava del delitto della Certosa. Tutti i giornali ne parlavano, le cronache erano piene di questo delitto. I sospetti erano concentrati sul suo amante. E sì, venne fuori che la signora Aprilia avesse una relazione con Santagata. Lei voleva interrompere questa tresca, chissà forse un senso di colpa o un rimorso. Il marito sembrava quello che si dice una brava persona: buon padre di famiglia, gran lavoratore. Quando venne fuori tutta la storia fu letteralmente sconvolto, non capiva niente, s’aggirava come un fantasma tra i corridoi. Poverino! Tra i tanti soggetti che avevo sottoposto al vaglio, nessuno mi aveva alla fine convinto. A volte ero tentato di illustrare la donna trovata uccisa sulla soglia di casa; il ritratto del marito sconvolto dal dolore; la faccia dell’amante quando venne arrestato e portato via dalla polizia. Insomma, di materiale su cui lavorare ce n’era tanto; ma non sapevo decidere su quale parte far cadere la mia scelta. E così che mi trovai al bar a parlare con ***. Di se stesso dice di essere un analista dei rapporti umani. Gli stavo esponendo tranquillamente i miei assilli professionali, quando all’improvviso se ne uscì dicendomi segui la traccia di verde. Me lo guardai per un attimo come per dire ti sei bevuto il cervello, ma lui non fece nessun commento, mi disse che aveva fretta di andare e aggiunse soltanto la frase che ho riportato all’inizio. Quando mi salutò mi disse un giorno capirai. E svanì nel nulla. Io adesso sto qui rimuginare. Ogni tanto lo chiamo al telefono per farmi spiegare il senso delle sue parole, ma lui non risponde mai.
Bravi! C'avete capito qualcosa? Neanch'io.
Ora, passiamo a una domanda più difficile: avete letto Topolino n° 2254, febbraio 1994? Non sapete rispondere. È più probabile che abbiate letto Popper, La conoscenza oggettiva.
Abacà, àbaco, ab aeterno, ab antiquo, abatino, abat-jour, abbacchiare, abbacchiato... (non fateci caso, sto facendo una lettura interessante: leggo il vocabolario della lingua italiana), fiducia, fiduciario, zuzzerellone...zzz (ho finito). Meglio che leggere la conoscenza oggettiva di Popper!
A questo punto mi conviene inserire un video o una canzone! Nel blu dipinto di più, è bello fermarsi quaggiù; penso che un tram così non mi passa mai più, m'illustravi le scarpe e la sciarpa di clou; poi all'improvviso ti misi a giocare e cominciavi a ridere nel cielo fatto frou frou! Non me la ricordo più! Era meglio il video: il colo del volobrodo; mai seeeentito nominare! allora tornate a pagina 10 della conoscenza oggettiva; gioca dell'oca. Vince chi arriva prima nel Mondo Tre! Si vince una poppata! Preferivi una strizzata? Una strizzatina? Ma allora sei proprio birichina birichina piccina piccina.
Ah! Non dimenticate di chiudere il gas prima di uscire e di bere tanta acqua tanta frutta tanta lattuga; e toccatevi una volta al giorno; fa caldo e potrebbe avere degli effetti collaterali; del tipo un incontro ravvicinato di Mondo Due; La patetica.
Vi potrei consigliare una buona ricetta di cucina o farvi un massaggio; non ve lo consiglio; meglio chiamare Popper.
Riepilogo delle puntate precedenti: mentre un investigatore è sulle tracce del suo assassino incontra un'anima solitaria per le strade di Londra; lui grida: "Prendetelo, prendetelo"; e l'anima solitaria risponde: "Mavamorìammazzato". Fine del racconto.
Ps. non dimenticare a casa prima di partire i poeti italiani del novecento, è uno strumento prezioso; tu non ci crederai ma a volte ti tira fuori dalle circostanze più imprevedibili; soprattutto Petrarca; non è del novecento? è che t'importa? fa lo stesso.
Esercizio: "Mi si permetta di iniziare con una.......... Sebbene io abbia insegnato, e con gioia, ..................... per tanti anni, non mi faccio nessuna .................. su quanto posso trasmettere e dare in una............................. Per questa ragione, per le pagine che ............................. non cercherò di convincervi. Cercherò piuttosto di ................ e, se possibile, di provocarvi" (Popper, La conoscenza oggettiva, p. 149).
A questo punto non c'è l'ho fatto più a trattenere la mia.............. Sono andato su google e ho trovato questo
Mondo uno:
Mondo due:
Mondo tre:
Et voilà, monsieur Popper! Simpatici, eh! Ma è sempre lo stesso personaggio! Embe', che te credevi di trovare anche Pippo e Gambadilegno collaborazionista dei nazisti? O Tex Willer che salva la vita a Custer?
L'altra sera, verso l'alba, stavo studiando una strategia. Per conquistare Dulcinea? No, per vincere a Monopoli. Perché te la ridi? Hai presente la Critica della ragion pura? Ebbene, sono rimasto tutta la notte a studiare la poderosa opera kantiana per cercare la strategia vincente a Monopoli. Poi, mi sono accorto che non mi bastava, allora ho preso in mano il libro di Popper, La società aperta e i suoi nemici. A quel punto ho aperto due alberghi a Vicolo corto e a Vicolo cieco; tutti devono passare da questa parte! Tutti passavano, ma nessuno si fermava. Alla fine ho perso. La prossima volta mi leggerò Topolino n° 1434; non vincerò comunque, ma almeno non avrò sprecato tutto il mio tempo ad elaborare strategie perdenti!
Ragazzi/e a volte c'ho in testa una tale confusione! a volte non riesco a distinguere il vino rosso dal bianco, un barbera da un barberino; un Popper da un popperiano! sarà perché quando sei arrivato al colmo, come diceva il berlinese, tutte le vacche sono nere; poi, le vacche sono diventati gatti, e i gatti topi e i topi Topolino; vedi, si finisce sempre per commettere una scorrettezza; non vorrei che alla fine qualcuno si mettesse in testa che io tra Popper e Topolino preferisco il secondo; Popper è Popper, Topolino è Topolino; va bene che confondo il rosso col bianco, ma so distinguere l'epistemologo dall'antropologo; è come due più due quattro. Torniamo al Mondo Uno. Casella di partenza.
Infatti, ci sono arrivato. Vai piano vai lontano. Senza fretta con la sciarpetta. Pardon, con la scarpetta, con le scarpette; pling, pling, plong. «Il mio esperimento consiste nel chiedere di osservare, qui e ora. Spero che voi tutti cooperiate e osserviate! Tuttavia temo che alcuni di voi, invece di osservare, sentiranno fortemente l’impulso di chiedere: “Cosa vuole che osservi?”. Se questa è la vostra risposta, allora il mio esperimento ha avuto successo». Allo stesso modo possiamo dimostrare che per puntare un’arma bisogna avere un bersaglio: Popper ordina: “Puntate l’arma!”; se qualcuno domanda: “Contro chi o che cosa dobbiamo puntare l’arma?”, allora abbiamo dimostrato che la conoscenza del bersaglio/(problema) precede l’atto di puntare l’arma/(l’osservazione). Perché dal punto di vista del buon senso, un tale ragionamento non fa una grinza? Semplicemente perché stiamo agendo in una situazione nota: sappiamo che cosa è un bersaglio, sappiamo che cos’è un’arma e sappiamo pure cosa vuol dire puntare. Lo schema, voglio dire, ci è noto, allo stesso modo in cui ci avesse chiesto “fate un biglietto ferroviario”, avremmo obiettato “per quale destinazione?”: vedete, avrebbe risposto Popper, vi ho dimostrato che prima di fare un biglietto dovete conoscere la destinazione!
Ho scritto una poesia geniale:
Mi sono lavato due pedalini
e li ho messi ad asciugare allo stendino
gocciolavano pian pianino
i pedalini allo stendino...
© è meglio inserire il copyright, altrimenti a qualcuno può venire l'idea di rubarmeli.
27 agosto 2010
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