lunedì 27 gennaio 2020

Sera d'inverno - Georg Trakl

Nevicata - Ottorino Garosio 

Quando la neve cade alla finestra,
a lungo risuona la campana della sera,
per molti la tavola e pronta
e la casa è tutta in ordine.

Alcuni nel loro errare
Giungono alla porta per oscuri sentieri.
Aureo fiorisce l’albero delle grazie
Dalla fresca linfa della terra.

Silenzioso entra il viandante;
il dolore ha pietrificato la soglia.
Là risplende in pura luce
Sopra la tavola pane e vino.



Questi versi mi sono venuti incontro mentre camminavo lungo i sentieri di un saggio di Martin Heidegger (Il linguaggio, nel In cammino verso il linguaggio). Avevo iniziato un percorso, quando, all’improvviso, svoltando la pagina, mi trovo davanti questa poesia di Georg Trakl. Attraverso le sue parole, la poesia suscita in me un’immagine carica di emozioni: anch’io adesso vedo la neve cadere alla finestra. E come accade quando la neve scende di sera sui tetti e lungo i sentieri del paese, un silenzio avvolge ogni cosa umana. Un silenzio avvolto da un’aurea religiosa. Ed ecco che il cadere silenzioso della neve viene accolto religiosamente da un lungo suono di campane. È l’ora della cena. Le famiglie nelle loro case accoglienti stanno per andare a tavola. Quell’atmosfera religiosa che proviene da fuori sta per essere accolta nelle case. È come se i cuori delle persone fossero sfiorati da una “grazia” divina. Ma in quella sera d’inverno, mentre la neve cade silenziosa sul paese accompagnata dal sacro suono delle campane, “alcuni” nel loro peregrinare arrivano davanti alla porta attraverso oscuri sentieri. Per questi “pochi” il freddo e la neve non hanno nulla di festoso o di religioso. Sono i “viandanti”, coloro che vagano sulla terra, coloro che non hanno una casa, una tavola alla quale mangiare. Sono i “migranti”, coloro che si sono messi in viaggio andando incontro a un destino ignoto.

In questo incontro tra i “molti” fortunati che stanno andando a cena e i “pochi” sfortunati che vagano nella sera, accade il “miracolo” della terra: i doni che fioriscono dagli alberi della terra, i doni che la terra dà agli uomini, “pane e vino”, ora sono sulla tavola imbandita. Sulla soglia di casa, da dove entra silenzioso il pellegrino, e dove per quella sera d’inverno il suo dolore resta pietrificato, su quella soglia, su quella “linea di confine” avviene un altro “miracolo”: l’incontro tra i “molti” e i “pochi”. I doni che la terra ha dato ai molti, ora i molti li condividono con i pochi. Ed è in questo scambio che “risplende in pura luce” il dono della vita.

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