Tempo fa leggevo alcune cose su Cantor, ed ecco che la mente
viene attraversata da un guizzo: cosa hanno in comune l’etoanalisi e il suo
principio di corrispondenza biunivoca? Provo subito l’immediato impulso a
tradurre sulla “carta” quanto mi frulla nel cervello. Lo stesso potrei dire tra
l’etoanalisi e la “teoria dei colori”.
giovedì 22 dicembre 2011
sabato 17 dicembre 2011
La doppia "morale" della Chiesa Cattolica e il "piatto di lenticchie" di Sylos Labini
Prima del secondo conflitto, le gerarchie
ecclesiastiche hanno sostenuto e favorito il fascismo in cambio di un "piatto di
lenticchie", come scriveva Sylos Labini; in seguito lo hanno fatto con la Democrazia Cristiana e, in ultimo, con i
governi di centro-destra.
giovedì 15 dicembre 2011
Etoanalisi e teoria dei colori
Rosso = seduzione
Giallo = persuasione
Blu = coercizione
Esiste una correlazione?
Se esiste una correlazione
allora,
la mimesi è verde
l'adulazione è viola
la sottomissione è arancione...
domenica 4 dicembre 2011
A quale favola preferisci credere quando è in gioco la vita....
La vita, o l’essere in vita, è un ambito non disponibile ad alter: ego può disporre, invece, del suo essere in vita? Domanda cruciale. Se ego non può disporre della propria vita, vuol dire che ego per la vita è un alter, e che il suo essere in vita appartiene a un altro/Ego (che i religiosi usano chiamare Dio, e i laici "comunità"). L’altro/Ego, secondo questa concezione, può disporre della vita in quanto è lui che l’ha concessa ad ego. Sulla terra ci sono uomini che parlano e decretano le loro sentenze in nome e al posto di questo altro/ego che chiamano Dio.
Etoanalisi, personalità, interazione, tratti prevalenti
Come il lettore avrà avuto modo di intuire, talvolta il grado di astrattezza al quale per necessità devo ricorrere rende poco “fruibile” ciò che affermo. Il mio modo di analizzare il comportamento interazionale vuole essere un contributo non tanto allo studio della persona/personalità, quanto un'analisi delle relazioni. L’ambito è circoscrivibile a ciò.
sabato 3 dicembre 2011
Le relazioni umane son archi tesi - (Etoanalisi)
Una relazione tra due agenti possiamo configurarla come una “corda tesa”, formata da tutti i possibili scambi interattivi che intercorrono nel corso del tempo tra i due. Ogni scambio interattivo tra i due produce un filo. All’inizio, cioè al momento in cui i due agenti s’incontrano, possiamo ipotizzare che questo filo sia piuttosto fragile, delicato: è sufficiente un piccolo strappo per spezzarlo. Filo dopo filo la relazione diventa una corda dalla forma piuttosto “rigida” e robusta; soltanto dopo essere stata sottoposta a diverse e piccole (talvolta quasi impercettibili) pressioni, la sua rigidità comincia ad allentarsi.
Relazione, simmetria, asimmetria, ambiti relazionali, etoanalisi,
1. Relazione. Una relazione può essere identificata come un insieme di coppie ordinate < x, y >, tale che se [x = y o y = x] la relazione è simmetrica; se invece [x > y o x < y] , allora la relazione è asimmetrica.
Se R è una relazione qualsiasi, allora invece di scrivere < x, y > , scriveremo che xRy, che si può leggere: “tra x e y sussiste la relazione R”.
L'Etoanalisi è opera mia
L'“Etoanalisi” è opera mia. Lo scrivo senza imbarazzi e senza remore. Basta digitare su google la parola e si vedranno tutti i “post” che ho dedicato a questo nuovo campo di ricerca. L’etoanalisi è opera mia, nella stessa misura in cui la psicoanalisi è opera di Freud e la fenomenologia di Husserl. Sono io ad aver coniato questo termine, ad avergli assegnato un oggetto di indagine (le interazioni), e un metodo rigoroso d'analisi.
venerdì 2 dicembre 2011
Le metamorfosi dello spirito: leone, cammello, bambino
In Così parlò Zarathustra, Nietzsche indica
ne’ I discorsi di Zarathustra (Parte
prima), le tre metamorfosi dello spirito: «Come lo spirito diventa cammello, e
il cammello leone, e infine il leone fanciullo». Il cammello è la bestia
paziente ed ossequiosa, che percorre in fretta il deserto, «ma nel deserto più
solitario avviene la seconda metamorfosi: qui lo spirito diventa leone.
mercoledì 30 novembre 2011
Fenomenologia dell'invito: accettare o rifiutare?
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L'uomo veramente libero é colui che rifiuta un invito a pranzo senza sentire il bisogno di inventare una scusa. Jules Renard |
Quando accettiamo qualcosa da qualcuno o quando offriamo
qualcosa a qualcuno quali sono le ragioni che inducono a compiere questi atti?
Possiamo farlo perché siamo “costretti”; oppure perché ci “conviene”; infine,
perché ci “piace”.
L'importanza di capire come il Sé comunichi all'interno di una relazione
L’etoanalisi
non è una “teoria del comportamento umano”, bensì è una “teoria del
comportamento interattivo”, e l’accento
va posto non tanto sul “sostantivo” quanto sull’“aggettivo”. Certo il fatto che
anche gli esseri umani abbiano un
comportamento ne consegue che la cosa li riguardi da vicino, allo stesso modo
in cui può riguardare qualsiasi altro “agente” che si auto-percepisca come un’unità
(un gruppo, una nazione, un’impresa, un partito politico, ad esempio).
martedì 29 novembre 2011
Campi di applicazione dell'Etoanalisi: la letteratura
A quali campi può rivolgersi l'indagine etoanalitica? In una parola potrei dire a tutti quelli che prevedono delle interazioni, vale a dire a tutti quei campi nei quali è possibile osservare effetti di reciprocità. Detta in questi termini l’affermazione appare piuttosto generica, poiché i campi che prevedono un effetto di reciprocità sono davvero sterminati.
lunedì 28 novembre 2011
La stretta di mano e il suo segreto
In questa sede prenderò in esame il tipo di contatto che solitamente avviene tramite una semplice stretta di mano. Nel corso di questa stretta di mano ognuno può avvertire un certo “fluido” che fornisce delle informazioni reciproche. Ciò che l’altro comunica non può essere qualcosa di intenzionale: praticamente, come possiamo affermare che un corpo è caldo, tiepido o freddo, oppure solido, molle o liquido soltanto quando veniamo a contatto con esso, allo stesso modo possiamo dire che Y è così e così solamente quando entriamo per la prima volta in contatto fisico.
Che cos'è l'Etoanalisi: oggetto, problemi, metodi
L’Etoanalisi è lo studio del comportamento interattivo, e si differenzia tanto dalla Etologia quanto dalla Etologia umana. Il termine, da me coniato, riprende sia il significato di “Ethos”, inteso come comportamento o modo d’agire, che quello di “Analisi”. La definizione completa sarebbe: «Analisi profonda del comportamento interattivo nell’ambito delle relazioni interumane”. L’Etoanalisi sta all’Etologia come la psicoanalisi stava alla psicologia.
domenica 27 novembre 2011
Scoprire il nucleo più profondo del potere
Scoprire
il nucleo più profondo del potere: il mio compito è questo. Ma non si tratta di andarlo a cercare in un luogo invisibile o negli oscuri meccanismi dell'inconscio, bensì in qualcosa che si ha costantemente sotto gli
occhi. Se sfugge all’osservatore, come aveva intuito Edgar Allan Poe nella Lettera
rubata, non è perché è nascosto, ma a causa della sua troppa evidenza.
giovedì 17 novembre 2011
Sull'essere inattuali: considerazioni a margine di "Sull'utilità e il danno della storia" di Nietzsche
Tra me e Sull’utilità
e il danno della storia per la vita, la Seconda Considerazione Inattuale di
Nietzsche, esiste un rito antico, che risale al lontano 1983, anno in cui
acquistai il saggio nell’edizione Newton Compton con introduzione di Sergio Moravia.
Un tempo avevo persino l’abitudine di segnare con delle date la fine della
lettura dell’intero saggio o anche di un semplice paragrafo. Cosicché,
periodicamente, mi capita di riprendere in mano questo piccolo libro e di
rileggerlo.
lunedì 14 novembre 2011
berlusconismo, mitologia, resurrezione, fatto quotidiano, la repubblica, santoro, travaglio
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L'Italia ha finalmente girato pagina |
C'è qualcuno nella rete che con ressentiment comincia a pregustare il momento in cui i cosiddetti professionisti dell'antiberlusconismo non avranno più niente da dire o da scrivere una volta che il Cavaliere uscirà definitivamente di scena: che faranno da domani i Santoro, i Travaglio, i Maltese, ecc., e, soprattutto, di cosa scriveranno giornali come "La Repubblica" o "Il Fatto Quotidiano"? Per non parlare dei comici e dei vignettisti. Di questo passo si potrà anche dire: cosa scriveremo domani noi blogger una volta che lo spauracchio non ci sarà più?
Malignamente, si vuole insinuare l'idea che se costoro sono riusciti a vendere le loro merci (libri, articoli, programmi televisivi, numero di copie, ecc.), se noi blogger vediamo aumentare il nostro traffico, bene o male lo dobbiamo indirettamente alla sua presenza in questi diciotto anni sulla scena politico-mediatica. S'applica la categoria del ressentiment perché, a conti fatti, siamo, noi antiberlusconiani, una massa di ingrati: il "berlusconismo" non ha soltanto foraggiato tutti i suoi sostenitori (apparati, giornali, televisioni, "responsabili", ecc. ecc.), ma anche la sua controparte.
Previsioni, profezie, scenari politici
Sfogliando alcuni commenti sulle pagine dei giornali, noto un’estrema prudenza nel disegnare i futuri scenari politici del nostro paese. Un po’, come dice, per scaramanzia (non vendere la pelle dell’orso prima d’averlo catturato), un po’ perché non vogliono mettere in gioco la loro credibilità, i giornalisti non si pronunciano più di tanto su ciò che accadrà post festum. D’altro canto, i giornali fanno il loro mestiere, danno notizie ed evitano di fare previsioni. A ciò bisogna aggiungere che esiste un inconsapevole atteggiamento hegeliano che vuole gli eventi essere sviscerati dopo che la nottola di Minerva ha preso il volo sul far del crepuscolo. La stessa politologia si limita a spiegare gli scenari dopo che essi si sono configurati.
Ebbene, da parte mia io non ho nessuna credibilità da difendere e nessuna carriera da salvaguardare, non sono né un giornalista né un politologo. Se le mie previsioni domani si riveleranno fallaci non rischio nessun licenziamento. Tutt’al più, chiudo questo blog e mi dedico alle mie letture filosofico-letterarie. Insomma, così come sono apparso allo stesso modo posso scomparire. Anche perché a me d’essere prudente o scaramantico non me ne importa proprio un bel niente. Sono esercizi di stile che lascio volentieri ai cosiddetti “professionisti” del settore, a quelli che con queste cose ci si guadagnano il pane dalla mattina alla sera, a quelli che insomma amano sbizzarrirsi soltanto quando vedono la tavola già bell’e apparecchiata.
sabato 12 novembre 2011
Governo tecnico, demagogia, corpo elettorale, complessità, governo, democrazia
La fine del dilettantismo in politica: largo ai competenti...
Una volta si sarebbe detto: dilettanti allo sbaraglio. Oggi, si potrebbe dire: fine del dilettantismo in politica. Della crisi politica, non solo in Italia, ma anche in altre parti del mondo, la lettura che viene data è che a governare sono i banchieri. I cosiddetti "governi" eletti democraticamente vengono letteralmente scavalcati dai tecnici. Io do un'altra chiave di lettura. In un mondo complicato, i governi possono anche essere governati da dilettanti affiancati da personale esperto e competente.
mercoledì 9 novembre 2011
Perché esulto, nonostante tutto questo marasma
Non cantiamo vittoria. Giusto, non cantiamo vittoria. D'altro canto, cosa c'è da cantare? Il fatto che siamo sull'orlo del baratro? Il fatto che di doman non c'è certezza? Permettetemi questo paragone: caduta del fascismo, città italiane ridotte in macerie, fame, miseria, morte. Non c'erano motivi per esultare. Il mondo stava letteralmente crollando. Eppure, gli italiani e le italiane esultavano, magari non apertamente, ma in silenzio, tra lacrime e dolori, nel profondo del loro cuore.
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