mercoledì 9 novembre 2011

Perché esulto, nonostante tutto questo marasma

Non cantiamo vittoria. Giusto, non cantiamo vittoria. D'altro canto, cosa c'è da cantare? Il fatto che siamo sull'orlo del baratro? Il fatto che di doman non c'è certezza? Permettetemi questo paragone: caduta del fascismo, città italiane ridotte in macerie, fame, miseria, morte. Non c'erano motivi per esultare. Il mondo stava letteralmente crollando. Eppure, gli italiani e le italiane esultavano, magari non apertamente, ma in silenzio, tra lacrime e dolori, nel profondo del loro cuore.

Esultavano perché intuivano che qualcosa sarebbe cambiato, che l'incantesimo s'era spezzato. Certo, anche loro sapevano che il domani non sarebbe stato facile da superare, ma avevano finalmente in cuore una grande speranza, sapevano che l'incubo della guerra, della dittatura, dell'incantesimo sarebbero diventati ricordi del passato. Qualcosa da raccontare, domani, ai figli, ai nipoti. Ora, finalmente, quelle persone potevano guardare in faccia il futuro senza sentirsi oppressi. Erano pronti a tirarsi su le maniche per ricostruire le mura crollate. Erano, nell'intimo, felici perché l'elenco dei morti avrebbe finito di allungarsi. Perciò, nel loro cuore, avevano tutto il diritto di esultare.
E anche noi oggi esultiamo. Perché sappiamo che un'epoca storica, durata diciassette anni, finalmente si è conclusa. Sì, è finita. Questa lunga e interminabile parabola, conclusasi in modo così tragico, è già un ricordo del passato. Certo, lo so, i fantasmi continueranno ad aleggiare ancora, ma più il tempo passa, e più questi fantasmi apparterranno al passato. A un passato remoto, a un'altra storia, a un'altra epoca. Finalmente torneremo ad occuparci di cose serie, di come rimettere insieme questo nostro sfortunato paese. I problemi da affrontare saranno tanti e difficili, come lo erano quelli della ricostruzione dopo i disastri della guerra. Ma siamo un grande popolo, un grande paese, e ora come allora ce la faremo.
In tutto questo marasma, ringrazio un uomo come Giorgio Napolitano, l'unico che ha saputo tenere la barra del timone sempre dritta in questa tempesta.     
  

10 commenti:

stefitiz ha detto...

speriamo sia veramente concluso, perchè io finche' non le vedo, le dimissioni, non ci credo. peggio di San Tommaso. Per il resto son d'accordissimo con il paragone d'apertura del post, è come se fossimo in un nuovo dopoguerra, in mezzo alle macerie,e sicuramente tra queste spicca la figura di Napolitano ( anche s per me poteva sciogliere le camere da un pò di tempo). Ciao

scaglie poetiche ha detto...

E' finita, Stefitiz, purtroppo, come aveva previsto Montanelli, nel modo peggiore.

Lara ha detto...

Devo dire che fino a un attimo prima di leggerti, la pensavo esattamente come Stefitiz, anche se un senso di "finito" si percepisce.
Ora però che lo trovo scritto qui da te, mi sento davvero meglio.
Grazie Bruno!
Lara

Sandra M. ha detto...

E' vero. Si esulta in silenzio. Vediamo che succede. Anch'io ringrazio che ci sia Napolitano al timone ....

Unknown ha detto...

Mi hai alzato il morale,Bruno! E' proprio come dici, simo pesti ma non morti e sapremo reagire.
Cristiana

pinco ha detto...

bha !!?? come si dice morto il re viva il re . la sua corte é ancora viva ..... e poi l italiano non si é mai riconosciuto come popolo.e non sara facile smontare il dualismo creato da sto debosciato . le macerie questa volta sono di piu che nel dopo guerra perche hanno altri nomi .....cia bru un saluto da pinco

scaglie poetiche ha detto...

Il debosciato era finito il 14 dicembre dell'anno scorso, ma ha voluto comunque restare in sella portandoci a questi infausti risultati. Ancora non è finita, ci saranno altri colpi di coda. Bisogna chiedersi come mai nei sondaggi il suo partito gode ancora del 25-26 per cento dei consensi. Le televisioni? Le debolezze delle opposizioni? Il disinteresse alla politica di buona parte di quell'elettorato? Tutti questi fattori messi insieme? Può darsi.
Fatto sta che un'epoca si sta chiudendo. Per capire cosa dopo verrà occorre immaginazione...
ricambio i saluti, nella speranza che da lunedì tutti torniamo ad occuparci dei problemi seri che attanagliano questo paese, e smetteremo di parlare di bunga bunga, processi brevi e lunghi, legittimo impedimento, intercettazioni, conflitti di interessi, di magistratura, dei guai di mediaset, di corna e cucù, di barzellette....
insomma, la grande ubriacatura è finita: da lunedì si torna a parlare di questioni vere.

pinco ha detto...

lo spero ma resto pessimista. anche perche e sintomatico che la caduta del dittatore non viene x volonta popolare per una presa di coscenza della gente( vedi appunto quel 25- 26 %cento)ma ancora una volta dll esterno . nel 45 dagli americani che poi hanno preteso il loro tributo , adesso ancora peggio dai creditori esteri e europei, e anche questi vorranno un tributo ...molto pesante x gli italiani. comunque meglio parlare di debiti che delle sue scemenze e speriamo che si torni davvero a parlare di cose serie .ariciao Bru

pinco ha detto...

una curiosita bru ! ma i filosofi che sono nella a destra della pagina li hai letti tutti ?

scaglie poetiche ha detto...

Non ho letto tutte le opere che hanno scritto (eccetto Gramsci di cui posso dire di aver letto la sua opera completa), ma alcune loro opere sì; di alcuni - Watzlawick, Canetti, Wittgenstein, Girard - ho ri-letto le loro opere più e più volte; Simmel resta sempre il mio preferito...
ce n'erano altri, avrei potuto mettere Hegel, Marx, Freud, Nietzsche, Eliade, Durkheim, Luhmann, Bauman... ma non volevo stendere un elenco di nomi...
lo so, magari alla fine viene fuor la figura di grande dilettante... ma la cosa non m'è mai dispiaciuta, anzi, rispetto ai tanti "specialisti" (quelli che sanno tutto di una cosa), ho sempre preferito sapere una cosa di tutto ciò che è inerente ai miei interessi.
Buona serata, Pinco

A mio fratello Vincenzo...

La mia anima serena come luce che penetra nel cosmo non arriva mai a una meta, ma viaggia solitaria in mezzo a tante nebulose planetarie, e ...