venerdì 24 giugno 2022

A mio fratello Vincenzo...

La mia anima serena come luce che penetra nel cosmo non arriva mai a una meta, ma viaggia solitaria in mezzo a tante nebulose planetarie, e si lascia incantare dai colori sfavillanti delle stelle, le Pleiadi, Orione, Omega, Clessidra… nomi dai suoni così belli, che a sentirli vibrare insieme mi sembra d’ascoltare il coro dei miei anni.

E in quella luce così viva, così intensa, che viaggia dentro il firmamento, a volte vi rivedo il volto antico dei miei avi.
Perché non polvere tu sei, ma luce che riluce nello sguardo solitario di una stella...



sabato 26 febbraio 2022

Scribacchini da strapazzo, alla Alfonso Berardinelli!

 E basta!

Non vi sopporto più scribacchini da strapazzo, critici della carta stampata e improvvisati critici della domenica e del sabato sera. Penne che continuano a intingere l'inchiostro nel vecchio calamaio. Gente che non sa andare oltre la punta del suo naso. Ma sì, Fenoglio, Pasolini, Manganelli e Chiaramonte come recita un certo Alfonso Berardinelli, sul Foglio, e poi il nulla, il vuoto. Bravo Berardinelli, hai fatto un bel compitino. Applausi! tanti! e poi ti dico: ma mi faccia il piacere. Tu che leggi soltanto ciò che gli altri leggono. Tu che scrivi soltanto di ciò che gli altri scrivono! Tu che vedi soltanto ciò che tutti gli altri vedono! Ma sì, scribacchini del sabato sera, ma anche della domenica mattina, continuate così, continuate a non vedere ciò che non riuscite a vedere e, soprattutto, a non capire. Forse vi è troppo difficile sopportare un peso che non riuscite a portare.

domenica 20 febbraio 2022

Post "geniale": #Belen

Lasciate che mi sbrodoli da solo, ma questo post era davvero geniale:

Belen Rodriguez e la nascita del figlio (racconto mediale)


Alberto Casadei, litweb, letteratura e web

A distanza di più di dieci anni, posso rivendicare il merito di essere stato il primo autore sul web a indicare, precisare e coniare il termine litweb, ossia di tutta quella “letteratura” (che oggi definirei “scrittura”) generata per la prima volta sul web. Lo dico perché mi è capitato di leggere sul portale dell’Enciclopedia Treccani la voce Letteratura e web (2015), firmata da Alberto Casadei, in cui si parla, appunto, di litweb, o, come preferisce scrivere l’autore, di Lit-web. Scrive Casadei: «È sempre più frequente la realizzazione di testi, anche a più mani, attraverso i forum letterari creati nel web in appositi blog o in pagine dei social network: si parla allora di Lit-web, ovvero di una letteratura nata e pensata specificamente per la rete Internet, che a volte viene poi trasposta in libri autopubblicati (self publishing) oppure stampati da editori tradizionali, ma che più spesso resta consultabile solo on-line». No, «non si parla»: quel “si” impersonale non corrisponde affatto alla realtà dei fatti: chi ha cominciato a parlare nel lontano 2011 di Litweb, a scrivere “post” su questo nuovo fenomeno social-letterario, ha un nome e un cognome. Chi ha cominciato a parlare non più di “letteratura”, ma di “scritture”, chi ha cominciato a distinguere lo scrittore dall’autore, chi ha, infine, preso coscienza del fatto che le “nuove scritture” più che la lingua espressiva avrebbero finito con il coinvolgere la struttura stessa del linguaggio, ebbene, chi ha cominciato a ripensare tutto un modo di fare letteratura è stato il sottoscritto. Un ordinario di letteratura italiana all’Università di Pisa, nonché Accademico delle Patrie lettere, qual Alberto Casadei è, queste cose elencate dovrebbe saperle, e non fingere di ignorarle, o ammantarle sotto un “si” impersonale. Che non mi voglia dare nessun riconoscimento posso anche comprenderlo: lui è un autorevole docente universitario, mentre io sono uno dei tanti “autori” apparsi sul web. Comunque, se il professor Casadei volesse approfondire il tema della Litweb gli è sufficiente digitare su un qualsiasi motore di ricerca il mio nome e cognome e scrivere accanto “litweb”. Magari potrebbe anche apprendere qualcosa di nuovo sulla litweb.

 

sabato 19 febbraio 2022

Io e Italo Svevo

Aspetto anch’io che «uno scadente poeta irlandese abitante a Trieste», che «uno scadente poeta di Parigi, Valéry Larbaud», e che un critico di cose francesi, che conosce pochissimo di cose italiane, quale il Crémieux, «fra gente che non ne conosce nulla», s’accorgano della mia scrittura. Se aspetto qualche vero conoscitore di cose letterarie, quale Giuseppe Ravegnani, allora la mia scrittura continuerà ad essere incerta e sfocata, chissà, magari persino trasandata. Se, invece, mi dovesse capitare di essere giudicato dalla pungente penna di un Umberto Morra, allora non avrò davvero scampo: tutta la mia scrittura si rivelerà una mastodontica burla, o meglio un fallimento annullato. Se poi un giorno dovesse arrivare un Eurialo De Michelis, allora per la mia scrittura sarà la rovina: egli potrebbe arrivare persino a dire che essa è opprimente e ripetitiva, perché s’interessa di storie ma si comporta come se a quelle storie in realtà non fosse affatto interessata. No, Attilio Momigliano proprio no! Per lui la mia scrittura sarebbe il frutto di uno psicologismo arido, estraneo alla poesia. Questo proprio non se lo merita la mia scrittura. Neppure con un Natalino Sapegno o un Giuseppe Petronio la mia scrittura potrebbe salvarsi, perché non sa trovare uno sbocco positivo.

sabato 12 febbraio 2022

Nel mar morto delle scritture

Il mondo dell'editoria è sommerso di libri. La blogsfera è invasa di parole. In questo magna tutto tende ad appiattirsi, a naufragar nel mare morto delle lettere. Il pericolo di appiattimento è dietro l'angolo. Leggiamo e facciamo scorrere le parole in modo sempre più veloce. Saltiamo da un articolo all'altro, da una pagina all'altra con grande disinvoltura. Non abbiamo più il tempo e l'agio di soffermarci su ciò che leggiamo. La rapidità di lettura s'impone. Cosa sta succedendo al nostro cervello ancora non ci è chiaro. Cosa sta succedendo alle nostre facoltà emotive ci è del tutto ignoto. Forse è venuto il momento di riflettere un po' di più sugli effetti di questa deriva cognitiva. E qui mi fermo, perché se scrivo troppo è sicuro che nessuno mi leggerà! 
 

domenica 30 gennaio 2022

il mio sito web: Letteratura e altro ancora

Sono un autore di nicchia, sono un autore che nicchia.
Così scrivevo di me stesso qualche anno fa.
Avevo i miei blogs dove postavo la mia scrittura, ma non ero completamente soddisfatto.
Il blog è un luogo che frammenta la scrittura.
Non lascia trasparire l’unità di un’opera.
Avevo bisogno di pubblicare.

sabato 29 gennaio 2022

La saga degli scrittori perfetti: l'italiota liricato/a

Ascolta, se io ti faccio la cortesia di pigliarti in considerazione non è per ciò che tu scrivi o per come scrivi, ma per ciò che tu rappresenti. È vero, ciò che tu rappresenti rimanda al ciò e al come tu scrivi, ma il ciò e il come tu scrivi rimanda al ciò che tu rappresenti. Insomma, potrei scrivere non che il tipo fa lo stile, ma lo stile fa il tipo. Allora, ti starai domandando: ma che cosa io rappresento? L’Italiota medio. Rispondo..La saga degli scrittori perfetti

Giacomo Leopardi e la scrittura a stampa, di Bruno Corino [ Saggio, Letteratura ] :: LaRecherche.it

Non si fa molto caso al fatto che Giacomo Leopardi sia stato il primo scrittore italiano che abbia tentato di vivere con il frutto della sua opera letteraria, o grazie al suo ingegno letterario. A partire dal 1825 egli ricevette per alcuni anni uno stipendio mensile dall’editore milanese Antonio Fortunato Stella; originariamente per dirigere un’edizione critica di Cicerone, ma «in seguito il programma fu modificato, e le opere appositamente redatte per lo Stella furono l’interpretazione del Petrarca e le due Crestomazia, della prosa e della poesia. Inoltre, il Leopardi pubblicò presso di lui le Operette morali e progettò una collana di moralisti greci, in vista della quale venne esercitando un’intensa attività di traduttore» (Franco Brioschi)...

sabato 6 novembre 2021

Meditazione sulla vita

Quando osservo la natura mi viene spontaneo pensare a quanti bei frutti, a quanti bei fiori, essa riesce a generare. Noi accogliamo questi frutti e questi fiori come doni generosi, quantunque siamo consapevoli che quei frutti e quei fiori servono a perpetuare la loro specie. Eppure, quando dalla natura riceviamo tutti questi doni non possiamo fare a meno di essere grati alla sua bontà. Essa ci regala bellezza ed esistenza senza domandare a noi nulla in cambio. Poi, dopo un ciclo biologico, quegli alberi e quelle piante si dissolvono nel nulla, ma i semi dei loro frutti dei loro fiori perpetuano altri alberi, altre piante. E così il ciclo della vita riprende il suo cammino.

mercoledì 6 ottobre 2021

Manuali di filosofia vecchi e nuovi

Richard Rorty, in un saggio su’ La storiografia filosofica: quattro generi (1988), suggeriva l’idea che la «storiografia filosofica» è una nozione che ha perso la sua utilità. Ebbene, se scorro i titoli dei manuali di filosofia più diffusi nelle scuole superiori del Terzo millennio, noto che la dicitura “Storia della filosofia” è completamente scomparsa, mentre, nei manuali adottati nel secolo appena trascorso questa dicitura era piuttosto frequente. Presento un elenco sommario in cui tale titolo compariva o dove, quantomeno, era suggerito nello stesso titolo un approccio storico allo sviluppo del pensiero filosofico:

domenica 19 settembre 2021

L'Aristotele di Scrivo Valerio

In questo video, Aristotele di Scrivo Valerio, Valerio Scrivo fa delle interessanti osservazioni sul pensiero aristotelico, sottolineando non solo la grandezza di questo pensatore, ma anche la sua originalità.

mercoledì 1 settembre 2021

Il socialismo apollineo di Antonio Gramsci


Il mio interesse per l’opera e il pensiero di Antonio Gramsci affonda le sue radici in anni lontanissimi. Stavo per compiere il mio diciannovesimo anno di età quando nel maggio del 1980 lessi per la prima volta la Vita di Antonio Gramsci di Giuseppe Fiori. L’anno dopo seguii uno sceneggiato biografico in quattro puntate, diretto da Raffaele Maiello e trasmesso da Rai 2. Di Gramsci ho apprezzato immediatamente più che le sue qualità di dirigente e segretario del Partito comunista d’Italia il suo spessore teorico. Nella breve sintesi tracciata da Fiori dei Quaderni del carcere capii che Gramsci non era un pensatore che potesse essere circoscritto esclusivamente nel quadro politico italiano. Al centro della sua riflessione in carcere c’era un nodo teorico fondamentale che investiva in pieno la “crisi del marxismo” come si stava profilando proprio agli inizi degli anni Ottanta.

mercoledì 4 agosto 2021

La pioggia #brunocorino

 

Raymond Peynet
Quando il dolce incantesimo della pioggia
si presenta dinanzi agli occhi nostri,
sembra che il tempo si fermi,
svanendo nel nulla,
e un silenzio immenso
avvolge l’ombra oscura
del desiderio di stare                insieme per sempre.

2 novembre 1981

I bar: luoghi d'incrocio

Forse perché è estate, forse perché fa caldo, forse perché la mente rallenta nelle sue funzioni, e ha voglia di distendersi, di non pensare a cose troppo elaborate, sofisticate, forse per pura curiosità o per tenerla comunque in esercizio, o forse per tutte queste cose messe insieme e altre ancora che mi sfuggono, che mi domando perché in città la maggior parte dei bar si trova quasi sempre negli angoli di strade. Fatevi una bella camminata in città, non dico in questi giorni, ma nei prossimi, quando di nuovo si tornerà a parlare dei primi freddi di stagione; ebbene, camminate, osservate: negozio, negozio, negozio… poi arrivate nel punto in cui la strada fa angolo, ed eccovi il bar, con le sue due aperture laterali: ognuna su ogni lato della strada; lo noterete una, due, tre volte; e a quel punto anche voi sarete costretti a porvi la mia stessa domanda: perché i bar spuntano nei luoghi in cui le strade s’incrociano?

Rileggendo "Parole di giorni un po’ meno lontani" di Tullio De Mauro

 

Tullio De Mauro ha insegnato nelle università italiane per cinquanta anni. Nel corso di quei dieci lustri ha formato non solo frotte di docenti universitari, ma anche insegnanti di licei, di scuole medie ed elementari. Ognuno di questi “allievi”, credo, potrebbe raccontare un aneddoto, un episodio, citare un ricordo significativo, in quanto, per chi ha seguito le sue lezioni universitarie, quell’insegnamento ha tracciato nella sua formazione un solco profondo. Ed è profonda quella traccia, perché quell’insegnamento, come scriverebbe Max Weber, era Beruf, ossia “vocazione” che è allo stesso tempo “passione”. Una passione e una vocazione che hanno origine in “giorni lontani” o in “giorni un po’ meno lontani”.

domenica 1 agosto 2021

Il bruco e la farfalla #brunocorino



Insegnami a volare.
Chiese un giorno un bruco a una farfalla.
Impara prima ad aspettare...
Rispose allora la farfalla.

A mio fratello Vincenzo...

La mia anima serena come luce che penetra nel cosmo non arriva mai a una meta, ma viaggia solitaria in mezzo a tante nebulose planetarie, e ...