sabato 26 febbraio 2022

Scribacchini da strapazzo, alla Alfonso Berardinelli!

 E basta!

Non vi sopporto più scribacchini da strapazzo, critici della carta stampata e improvvisati critici della domenica e del sabato sera. Penne che continuano a intingere l'inchiostro nel vecchio calamaio. Gente che non sa andare oltre la punta del suo naso. Ma sì, Fenoglio, Pasolini, Manganelli e Chiaramonte come recita un certo Alfonso Berardinelli, sul Foglio, e poi il nulla, il vuoto. Bravo Berardinelli, hai fatto un bel compitino. Applausi! tanti! e poi ti dico: ma mi faccia il piacere. Tu che leggi soltanto ciò che gli altri leggono. Tu che scrivi soltanto di ciò che gli altri scrivono! Tu che vedi soltanto ciò che tutti gli altri vedono! Ma sì, scribacchini del sabato sera, ma anche della domenica mattina, continuate così, continuate a non vedere ciò che non riuscite a vedere e, soprattutto, a non capire. Forse vi è troppo difficile sopportare un peso che non riuscite a portare.

domenica 20 febbraio 2022

Post "geniale": #Belen

Lasciate che mi sbrodoli da solo, ma questo post era davvero geniale:

Belen Rodriguez e la nascita del figlio (racconto mediale)


Alberto Casadei, litweb, letteratura e web

A distanza di più di dieci anni, posso rivendicare il merito di essere stato il primo autore sul web a indicare, precisare e coniare il termine litweb, ossia di tutta quella “letteratura” (che oggi definirei “scrittura”) generata per la prima volta sul web. Lo dico perché mi è capitato di leggere sul portale dell’Enciclopedia Treccani la voce Letteratura e web (2015), firmata da Alberto Casadei, in cui si parla, appunto, di litweb, o, come preferisce scrivere l’autore, di Lit-web. Scrive Casadei: «È sempre più frequente la realizzazione di testi, anche a più mani, attraverso i forum letterari creati nel web in appositi blog o in pagine dei social network: si parla allora di Lit-web, ovvero di una letteratura nata e pensata specificamente per la rete Internet, che a volte viene poi trasposta in libri autopubblicati (self publishing) oppure stampati da editori tradizionali, ma che più spesso resta consultabile solo on-line». No, «non si parla»: quel “si” impersonale non corrisponde affatto alla realtà dei fatti: chi ha cominciato a parlare nel lontano 2011 di Litweb, a scrivere “post” su questo nuovo fenomeno social-letterario, ha un nome e un cognome. Chi ha cominciato a parlare non più di “letteratura”, ma di “scritture”, chi ha cominciato a distinguere lo scrittore dall’autore, chi ha, infine, preso coscienza del fatto che le “nuove scritture” più che la lingua espressiva avrebbero finito con il coinvolgere la struttura stessa del linguaggio, ebbene, chi ha cominciato a ripensare tutto un modo di fare letteratura è stato il sottoscritto. Un ordinario di letteratura italiana all’Università di Pisa, nonché Accademico delle Patrie lettere, qual Alberto Casadei è, queste cose elencate dovrebbe saperle, e non fingere di ignorarle, o ammantarle sotto un “si” impersonale. Che non mi voglia dare nessun riconoscimento posso anche comprenderlo: lui è un autorevole docente universitario, mentre io sono uno dei tanti “autori” apparsi sul web. Comunque, se il professor Casadei volesse approfondire il tema della Litweb gli è sufficiente digitare su un qualsiasi motore di ricerca il mio nome e cognome e scrivere accanto “litweb”. Magari potrebbe anche apprendere qualcosa di nuovo sulla litweb.

 

sabato 19 febbraio 2022

Io e Italo Svevo

Aspetto anch’io che «uno scadente poeta irlandese abitante a Trieste», che «uno scadente poeta di Parigi, Valéry Larbaud», e che un critico di cose francesi, che conosce pochissimo di cose italiane, quale il Crémieux, «fra gente che non ne conosce nulla», s’accorgano della mia scrittura. Se aspetto qualche vero conoscitore di cose letterarie, quale Giuseppe Ravegnani, allora la mia scrittura continuerà ad essere incerta e sfocata, chissà, magari persino trasandata. Se, invece, mi dovesse capitare di essere giudicato dalla pungente penna di un Umberto Morra, allora non avrò davvero scampo: tutta la mia scrittura si rivelerà una mastodontica burla, o meglio un fallimento annullato. Se poi un giorno dovesse arrivare un Eurialo De Michelis, allora per la mia scrittura sarà la rovina: egli potrebbe arrivare persino a dire che essa è opprimente e ripetitiva, perché s’interessa di storie ma si comporta come se a quelle storie in realtà non fosse affatto interessata. No, Attilio Momigliano proprio no! Per lui la mia scrittura sarebbe il frutto di uno psicologismo arido, estraneo alla poesia. Questo proprio non se lo merita la mia scrittura. Neppure con un Natalino Sapegno o un Giuseppe Petronio la mia scrittura potrebbe salvarsi, perché non sa trovare uno sbocco positivo.

sabato 12 febbraio 2022

Nel mar morto delle scritture

Il mondo dell'editoria è sommerso di libri. La blogsfera è invasa di parole. In questo magna tutto tende ad appiattirsi, a naufragar nel mare morto delle lettere. Il pericolo di appiattimento è dietro l'angolo. Leggiamo e facciamo scorrere le parole in modo sempre più veloce. Saltiamo da un articolo all'altro, da una pagina all'altra con grande disinvoltura. Non abbiamo più il tempo e l'agio di soffermarci su ciò che leggiamo. La rapidità di lettura s'impone. Cosa sta succedendo al nostro cervello ancora non ci è chiaro. Cosa sta succedendo alle nostre facoltà emotive ci è del tutto ignoto. Forse è venuto il momento di riflettere un po' di più sugli effetti di questa deriva cognitiva. E qui mi fermo, perché se scrivo troppo è sicuro che nessuno mi leggerà! 
 

A mio fratello Vincenzo...

La mia anima serena come luce che penetra nel cosmo non arriva mai a una meta, ma viaggia solitaria in mezzo a tante nebulose planetarie, e ...