Quando per la prima volta la incontrai in un sito letterario, mi venne spontaneo denominarla, scherzosamente, la Regina della Litweb. Lo era, in effetti... soltanto lei, insieme a Mauro Banfi, detto Il Moscone, aveva compreso lo spirito della litweb! Eravamo agli inizi del 2012, ed io avevo iniziato a scrivere dei post sulla litweb... assistevo incredulo a questo passaggio epocale, dalla scrittura a stampa alla scrittura a video, e mi interrogavo sul futuro della letteratura...
Da quel momento ho letto molti suoi post, ho seguito l'evoluzione della sua scrittura, una scrittura sempre sospesa tra la terra e la luna, tra il sogno e la realtà, tra il detto e il non detto; la sua, infatti, è una scrittura "liquida", nel senso baumaniano del termine, caratterizzata da una creatività e da una vivacità senza eguali, accompagnata da una vis polemica a tratti divertente e a tratti dissacrante!
Io credo che Ippolita Luzzo voglia vivere e sentire sino in fondo gli effetti della postmodernità, lei che proviene da una cultura a stampa, da una cultura tradizionale che aveva al suo centro il libro stampato, il libro cartaceo, solido. Perciò nei suoi post parla spesso delle sue letture, dei suoi studi e delle sue esperienze come fruitrice di libri, e ci fa avvertire una sorta di nostalgia per quel tipo di cultura che il mondo del web sta a poco a poco mettendo in secondo piano.
Se, come a me piace dire, io della litweb rappresento l'anima pensosa, umbratile, Ippolita rappresenta l'anima festosa, effervescente...
In fondo, nella scrittura, ognuno è alla ricerca della sua anima perduta...
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