mercoledì 28 marzo 2012

Modus operandi, stile interazionale: la seduzione

La seduzione è, senza dubbio, lo stile interazionale più "inquietante", perché è uno stile che nel fascino ha la sua arma segreta quando occorre catturare l’altrui attenzione.

Si dice che il primo seduttore della storia umana sia stato quel serpentello che è riuscito a sedurre Eva (l’anello debole della catena creativa) nell’Eden: «Se tu mi seguirai, sarai come me». Il serpente, nella Bibbia, ha rappresentato il modello seduttivo per antonomasia. In realtà, il serpente, facendo una promessa ad Adamo - «Se voi mi seguirete – mangiando la mela – voi sarete come Dio» -, non si comporta da seduttore, ma da competitore, o meglio si configura  come l’antagonista del Creatore. Il vero seduttore della storia, secondo me, è il “frutto proibito” (cioè quell'unico frutto che Dio aveva proibito di mangiare).
A tavola, dunque, non è il serpentello dell'invidia, che con fare subdolo s’insinua nei discorsi o nella conversione, a far scattare la trappola della seduzione, quanto piuttosto la bella mela che sta al centro, ossia è l'oggetto proibito o inaccessibile quello che sa suscitare la curiosità e l’altrui attenzione.
Jean Baudrillard, nel suo libro Della seduzione, racconta questa favola: «Un bambino chiede alla fata di esaudire i suoi desideri, ma a una sola condizione: non pensare mai al colore rosso della volpe». Da quel momento non riesce a liberarsi di quella immagine: «La vede spuntare ovunque, nei suoi pensieri e nei suoi sogni, tutta colorata di rosso […] È ossessionato, a ogni istante, da quella immagine assurda e insignificante». Così per il frutto proibito: perché Dio ordina di poter mangiare da ogni albero del Paradiso e proibisce di toccare quello dell’Albero della conoscenza? Non si parla di ossessione, ma il successo del serpente dipende proprio da questa proibizione.
Il frutto o l’immagine della coda della volpe diventano lusinghe con le quali il seduttore riesce a catturare l’altrui attenzione: è l’assoluta insignificanza o gratuità del gesto a catturare l’attenzione dell’altro; la mancanza di un apparente secondo fine, che non sia un fine utile o dannoso. È il significato dell'oggetto attrattivo che si slega da ogni ordine sensato. Il seduttore è lo sviluppo dell’adulatore: mentre quest’ultimo agisce sempre per un fine ben preciso e particolare (che l’altro si prenda cura del proprio Sé), l’agire del seduttore diventa fine a se stesso, è un agire privo di conseguenza. E risiede in ciò la differenza tra una lusinga e un’adulazione: la lusinga è una allegoria (una metafora continuata), l’adulazione è sempre metonimica (è la parte che sta per il tutto); perciò per condurre avanti un’allegoria ci vuole complicità, reciprocità; l’adulazione è un atto che non richiede reciprocità, è un atto unilaterale; perciò è un atto smaccato, evidente, palese.

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