mercoledì 29 febbraio 2012

Fenomenologia della gratitudine e dell'ingratitudine: il benefattore borioso



Per un benefattore ogni riconoscimento alla sua persona rappresenta un gesto di gratitudine. E' il modo che, chi ha ricevuto un beneficio, può esprimere il suo grazie a ciò che il benefattore ha fatto o a ciò che farà per lui. Ma quando un benefattore non riceve quei segni che s'aspettava quali contraccolpi avrà sul suo animo?
Poniamo che un benefattore creda profondamente di aver dispensato tanti benefici. Per ogni beneficio ch'egli crede di aver dispensato ora s'aspetta un segno di gratitudine. Ma, anziché vedere la sua persona sommersa da un diluvio di riverenze, in cambio riceve soltanto segni di indifferenza.
A questo punto, il benefattore in questione dovrebbe porsi una serie di domande:
1) che i benefici dispensati non siano stati graditi?
2) che i benefici dispensati non siano stati percepiti?
3) che i benefici non siano affatto arrivati a destinazione?
4) che i benefici non ci siano stati affatto?

Insomma, sono tutte domande lecite che un benefattore sufficientemente autocritico è in grado di porsi. Poniamo invece che, anziché avere a che fare con un benefattore sufficientemente autocritico, abbiamo a che fare con un benefattore borioso, cioè uno che non ama mai mettersi in discussione.
Il borioso non si pone affatto queste domande; egli pensa che tutto ciò che dispensa debba necessariamente essere gradito, e quindi ricambiato, ed esclude categoricamente la terza e (a maggior ragione) la quarta domanda; tutt'al più è disposto a fare qualche minima concessione alla seconda domanda e dire, ad esempio, che è possibile che ci sia stato un difetto di comunicazione, ma ciò è dovuto agli altri che non hanno compreso il suo messaggio.
Dunque, ciò che dispensa (così egli crede) non è che non sia stato apprezzato, semplicemente è stato offerto a una massa di ingrati, che non hanno voluto o saputo ricambiare ciò che hanno ricevuto con un segno di gratitudine.
Cosa prova dunque il benefattore nei confronti del prossimo? Risentimento. Chi non mostra un segno di gratitudine per ciò che ha ricevuto è un ingrato.
Nella sua mente comincia a configurarsi la categoria dell'ingrato, cioè di colui che, ricevuto un beneficio, non è in grado di ricambiare con un segno di gratitudine. Perché l'ingrato non è in grado di fare un gesto del genere? Anche in questo caso s'apre un ventaglio di ipotesi: ha vergogna? è timido? è un menefreghista? è un opportunista? è un maleducato? è un viziato per cui crede che tutto gli sia dovuto senza dire "grazie"?
L'ingrato può essere tutto ciò, ma soprattutto è un irriconoscente, cioè è un essere che non sa riconoscere chi gli ha fatto del bene. L'irriconoscente è colui che non sa dare valore non al beneficio ricevuto, ma al suo benefattore. E perché non sa riconoscere questo valore, si domanda il benefattore borioso? Perché è un invidioso, perché è poco intelligente, perché è un mediocre, perché è tutte queste cose messe insieme. E allora cosa può provare il benefattore borioso nei confronti di uno che si mostra irriconoscente se non "disprezzo"? Il disprezzo è l'unico sentimento che si può provare verso chi non sa apprezzare il proprio valore.
E come si manifesta il disprezzo? In primo luogo, col dire a se stesso che questa massa di ingrati non mi merita, o che si meritano qualcuno della loro stessa risma, o che si meritano di andare a finire in mano a chi s'approfitta della loro buona fede. Quindi, il primo impulso sarebbe di consegnare quella massa di cialtroni irriconoscenti nelle mani di approfittatori, così poi avranno tutto il tempo di rimpiangere chi ha agito per il loro bene. Ma poi credendo che il suo essere benefattore sia più forte di lui, nonostante l'ingratitudine della massa, comincia a pensare che egli deve compiere la missione d'essere il loro redentore, ossia deve redimere la massa prima che cada completamente in mano a degli astuti e subdoli approfittatori.
E qui che avviene la metamorfosi del benefattore borioso: egli deve convertire la massa a riconoscere effettivamente chi agisce per il loro bene. La massa di ingrati deve aprire gli occhi, dev'essere disingannata.  Deve "smascherare" colui al quale supinamente si sta consegnando. Mostrare il vero volto del nemico. Deve compiere un'"opera di verità": mostrare chi è il vero benefattore e chi il vero malfattore. Redimere, convertire, disingannare, smascherare: ecco le parole d'ordine che martellano nella testa del benefattore borioso.

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